E' una morte tanto più assurda perché manca di una spiegazione e perché porta via la vita a bimbi piccoli nel sonno senza che nessuno possa accorgersene e porvi rimedio: è la morte in culla ma da oggi grazie a uno studio condotto in Italia potrebbe essere caduto il muro di mistero intorno al fenomeno. I difetti alla base di essa potrebbero trovarsi nel cervello.
Si tratterebbe di un sistema di comunicazione difettoso in un'area neurale indispensabile per mantenere il ritmo cardiaco e la respirazione, il midollo allungato, posto nella parte inferiore del cervello che collega alla spina dorsale. Lo rivela uno studio condotto da ricercatori del Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare di Monterotondo e pubblicato sulla rivista Science. Diretti da Cornelius Gross, i ricercatori hanno creato topolini transgenici con difetti in questa regione cerebrale. I cuccioli sembrano sani ma muoiono in una maniera che rispecchia la morte in culla del neonato. Il loro difetto è in un interruttore della serotonina, la molecola che serve alla comunicazione tra neuroni nel midollo allungato.
La disfunzione nell' 'autorecettore' per la serotonina 1A blocca la comunicazione tra neuroni e provoca bruschi cali di temperatura corporea e del battito cardiaco. La morte improvvisa dei lattanti (Sids), definizione che comprende tutte le morti improvvise di bimbi sotto l'anno di età apparentemente sani, che rimangono non spiegate anche dopo l'esecuzione di un adeguato esame post-mortem, è nei paesi sviluppati la causa principale di morte per i neonati entro il primo anno di vita. Responsabile almeno del 40% delle morti nel periodo post-neonatale, è una sindrome ancora in gran parte oscura per la comunità scientifica. In Italia uccide ogni anno circa 300 neonati. I decessi soprattutto tra il secondo e il quarto mese di vita, avvengono durante il sonno. I medici suggeriscono alcune semplici norme per ridurre il rischio tra cui l'uso del ciuccio quando si addormenta il bebé perché sembra favorire la respirazione attraverso la bocca durante il sonno.
Ma adesso i biologi del centro di ricerca alle porte di Roma potrebbero aver trovato un modo per studiare a fondo il fenomeno e risalire alla radice del problema. Gli esperti sono partiti dall'evidenza che molte vittime della morte in culla presentano alterationi in quei neuroni del midollo allungato che comunicano tramite la serotonina. Così hanno creato topolini transgenici con un autorecettore per la serotonina 1A difettoso. La particolarità di questo recettore è che quando la serotonina si lega ad esso e lo attiva, l'interruttore oltre che aprire canali di comunicazione tra neuroni e quindi farli funzionare correttamente, esercita un effetto 'feedback negativo' inibendo la produzione di nuova serotonina.
E' chiaro quindi che se l'autorecettore funziona male, in modo eccessivo per esempio, alla fine il canale di comunicazione tra neuroni si spegne per assenza di serotonina. Apparentemente sani, i topolini con questo difetto, hanno improvvisi crolli del battito cardiaco e della temperatura corporea, oltre la metà di loro muore molto precocemente per queste crisi. E' proprio la somiglianza di questi decessi con quelli dei neonati che ha illuminato i ricercatori indcendoli a ricollegare il difetto del midollo allungato alla morte in culla. Studiando i topolini gli esperti sperano di far luce sui fattori di rischio della morte in culla e di capire meglio il fenomeno e le sue basi neurologiche. "Alla fine speriamo di poter dare ai medici uno strumento per diagnosticare i neonati a rischio di morte in culla", ha detto Enrica Audero, una delle ricercatrici che ha condotto lo studio.
Fonte: Ansa
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